Il lusso, fast fashion e certificazioni: Tesisquare racconta lo scenario futuro
La domanda per i beni di lusso sta subendo un grande rallentamento da metà del 2023. Le due aree chiave per il mercato dell’alto di gamma, ovvero Cina e Usa, sono alle prese con un rallentamento della domanda, a seguito del revenge shopping post pandemico. In questo contesto, le aziende di fascia alta si trovano davanti anche altre sfide legate alla trasparenza della supply chain e alla sostenibilità. Alberto Proverbio, senior advisor di Tesisquare, azienda leading provider di soluzioni digital supply chain la cui missione è sviluppare ecosistemi digitali in ambito supply chain, superando le barriere e i silos, traccia a PambiancoNews uno scenario di quel che sta accadendo nella fascia Luxury.
La domanda è contenuta e il lusso è sempre meno ostentato. Questo sta ovviamente impattando sulle aziende del settore. Che cambiamento sta portando? Quali strategie le aziende possono adottare?
La domanda a livello globale nel lusso è stagnante a differenza di quanto avvenuto in passato. In Cina la richiesta di beni alto di gamma è deludente e stiamo osservando le ripercussioni, anche se ora nel Paese è stato avviato un piano di aiuti per sostenere l’economia. Il contesto attuale è quello di una polarizzazione per quanto riguarda le performance delle aziende: a fronte della domanda in calo vi sono aziende virtuose che stanno ottenendo buoni risultati e altre i cui risultati non sono altrettanto entusiasmanti. Quali sono le leve per le aziende virtuose? Oltre all’importanza della comunicazione del brand, vi sono anche altri valori, per esempio il trust verso i consumatori, che si può ottenere anche attraverso la qualità e sostenibilità dei prodotti e la tracciabilità della catena di fornitura. È dunque importante sviluppare delle catene di fornitura sostenibili e trasparenti. Dal nostro punto di vista la domanda resterà volatile nei prossimi anni. Di conseguenza, è bene sviluppare e migliorare i processi di pianificazione della domanda e della supply chain, anche nell’ottica di una riduzione degli stock, considerando la nuova normativa dell’Ecodesign (ESPR) che vieta lo smaltimento dei capi invenduti. Per questo motivo diventa chiave sfruttare le nuove tecnologie come AI, IOT, passaporto digitale di prodotto e blockchain, oltre a sviluppare servizi come gestione della riparazione e second hand.
L’innovazione tecnologica sta guidando la crescita. Le dinamiche di spesa stanno cambiando rapidamente, guidate da una crescente polarizzazione tra i consumatori luxury e l’introduzione di nuove strategie di fidelizzazione e personalizzazione da parte dei brand. Come le tecnologie innovative possono supportare i brand del fashion e del lusso?
Le tecnologie innovative sono fondamentali per le aziende del settore. Quali sono? Per esempio l’intelligenza artificiale. Oltre il 70% degli executive ha posto l’applicazione di questa tecnologia come una delle loro priorità e almeno il 50% sta portando avanti test e pilota. Il problema è piuttosto legato alla disponibilità di competenze e talenti. L’intelligenza artificiale si può utilizzare in tutti i processi dell’azienda, per esempio nelle gestione delle campagne di vendita e negli online shopping assistant. Nell’ambito della supply chain può aiutare a migliorare le previsioni di vendita, considerando una serie di variabili esterne e fattori macroeconomici e consente anche di conoscere meglio la catena di fornitura (supplier intelligence, attraverso l’accesso a molteplici fonti di dati). Nel caso dei tag e e della tecnologia Rfid, questi consentono una serializzazione del prodotto finito e tracciabilità end to end di tutti i semilavorati dell’intera filiera. Altre tecnologie sono per esempio quelle della realtà aumentata, il digital twin (copia digitale del prodotto con tutte informazioni del prodotto stesso) e del passaporto digitale del prodotto e rappresentano dei driver di crescita per le aziende.
Se il lusso sta rallentando, il fast fashion sta invece crescendo velocemente. Quali sono le normative e gli avvenimenti che impattano su entrambi gli attori: fast fashion e lusso?
Il settore del fast fashion ha avuto una crescita costante negli ultimi anni. Sicuramente il fast fashion è caratterizzata da alcuni punti di attenzione che vanno presi in considerazione, come lo sviluppo della cultura di un eccesso di consumo e il rischio di invenduto, ma anche il fatto che la supply chain sia maggiormente opaca, con un impatto sugli aspetti sociali e etici. Anche da punto di vista dell’inquinamento e del contributo in termini di carbon footprint il fast fashion presenta dei fattori di rischio. A livello globale ed europeo sono in arrivo una serie di normative che spingono nella direzione della responsabilità estesa lungo la catena di fornitura, della tracciabilità end-to-end e della sostenibilità. Un esempio è la normativa “Ecodesign for Sustainable Product Regulation”, approvata a luglio di quest’anno, che dovrebbe entrare in vigore nel 2027 per il fashion. Questa normativa introduce il concetto di passaporto digitale di prodotto e il divieto di smaltimento di capi invenduti. Ricordiamo poi anche la Corporate Sustainability Due Diligence Directive che entrerà in vigore nel 2026 o la normativa Agec già attiva in Francia. Di fronte a questi trend e queste normative che vanno verso la tracciabilità estesa, le aziende del fast fashion si trovano davanti sfide importanti e dovranno rivedere alcuni aspetti del loro modello di business. In questo contesto, il settore del lusso ha la possibilità di investire su trasparenza e visibilità e dare un messaggio di trust verso il consumatore finale.
Ad oggi qual è lo stato dell’arte del Digital Product Passport per le aziende?
La normativa è stata approvata a luglio ed entrerà in vigore per il fashion nel 2027. Però stiamo osservando che molte aziende del settore Fashion hanno iniziato ad associare ai loro prodotti dei “digital product passport” e c’è già ora quindi la possibilità di leggere dei tag/QR code legati al prodotto e di avere informazioni sul prodotto stesso. Hanno capito l’importanza della trasparenza per trust e autenticità. Tuttavia, osserviamo che si tratta in buona parte di attività a livello pilota ed è tutto ancora limitato. Ad esempio non esiste una valutazione oggettiva di impatto ambientale. Si parla al momento solo di riduzione di impatto rispetto a valori passati, senza applicare i criteri del PEF (Product Environment Footprint) che stabilisce una serie di indicatori (non solo acqua, Co2, energia).
Come Tesisquare accompagna in questo momento di transizione le aziende del fashion e del lusso?
Tesisiquare ha la missione di supportare le aziende a sviluppare ecosistemi digitali di filiera. In particolar modo, Tesisquare ha lavorato molto negli ultimi due anni su questi temi, rilasciando nel 2024 una soluzione “Esg Vertical”, consistente con le nuove normative, per supportare le aziende in questo ambito, attraverso la collaborazione digitale lungo tutta la filiera. In particolare la soluzione consente di gestire un processo di discovery della catena di fornitura, la raccolta dati di tipo ESG (dati ambientali e sociali e certificazioni) a livello fornitore, prodotto, lotto di produzione, la gestione strutturata di tutti i dati di ogni prodotto (a livello lotto o serial n°), la tracciabilità dei lotti attraverso i vari processi produttivi, la storytelling di prodotto verso il consumatore e il passaporto digitale, l’integrazione con la Blockchain.
Inoltre, Tesisquare aiuta le aziende a 360° in questa trasformazione, come ad esempio nella gestione del cambiamento dei processi e modelli di supply chain, nel coinvolgimento e on-boarding dei fornitori, nelle attività di LCA (Lifecycle assesment) preso i fornitori e i siti produttivi, nella applicazione delle nuove normative come la “European Sustainability Reporting standard”, la EUDR (anti- deforestazione), la ECDDD, ecc.
In questo scenario di evoluzione in termini di domanda e a seguito dell’introduzione di normative comunitarie, le aziende che saranno in grado di adattarsi velocemente ai nuovi paradigmi avranno la possibilità di intercettare a pieno la ripresa del mercato del lusso.
Fonte: pambianco.it
Tesisquare per il Fashion e Luxury
Nel settore della Moda e del Lusso, la sostenibilità e la tracciabilità sono diventate indispensabili per la gestione aziendale. I fattori Ambientali, Sociali e di Governance (ESG) influenzano in modo significativo le strategie e le operazioni aziendali, richiedendo una revisione completa dei processi della supply chain. Tesisquare ha sviluppato differenti soluzioni per la gestione della supply chain del mondo Fashion e Luxury per prevedere e anticipare tutti i cambiamenti in vista del settore.