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Dal 1975 ad oggi hanno aderito alla CITES 184 paesi, ed essa fornisce diversi gradi di protezione a più di 37.000 specie di animali e piante, sia che si tratti di specie vive, pellicce, pelli o erbe essiccate.
Il CITES (the Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora) è un accordo tra governi, il suo scopo è di permettere il commercio internazionale di specie di animali selvatici e piante garantendone la conservazione e un utilizzo sostenibile. L’introduzione di regole chiare su esportazione e importazione, improntate ai criteri della sostenibilità, si rivela infatti spesso più efficace di un divieto assoluto.
Riguarda tutti gli articoli composti da pelli pregiate (es. coccodrilli ed alligatori, pitoni ed altri tipi di rettili) o pellicce di specie protette. È necessario conservare l’evidenza documentale dell’autorizzazione CITES all’importazione ed esportazione di pelli e dei loro manufatti ad ogni passaggio di frontiera, attraverso il certificato CITES. È necessario gestire la tracciabilità attraverso il processo produttivo e la logistica per poter ricondurre i manufatti al loro certificato di origine e documenti doganali. La dichiarazione CITES deve essere coerente ad ogni passaggio nazionale e internazionale ed arrivare fino al cliente finale.
La tracciabilità va dall’origine della pelle fino alla vendita dell’oggetto manufatto, attraverso passaggi esterni ed interni all’organizzazione (es. allevatore, importatore, conceria, brand, terzista, logistica brand, punti vendita, customer service). Anche i passaggi non soggetti a CITES (es. movimenti di lavorazione o logistiche nello stesso stato o nella UE, con cambio di entity) devono essere tracciati per mantenere i dovuti collegamenti (Selling Declaration). Il cliente finale deve avere e accedere ad una certificazione CITES per gli oggetti acquistati all’estero.
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