La sostenibilità e le normative Esg, sempre più stringenti e pervasive nel panorama aziendale, stanno ridefinendo i paradigmi dei modelli di supply chain. In un contesto in cui molte norme sono già state introdotte, e molte altre sono in fase di revisione e approvazione soprattutto a livello di Comunità Europa, è necessario adottare strategie proattive per adattarsi ai cambiamenti e alle esigenze del mercato. Il tema è particolarmente sentito per il mondo del lusso e della moda che vivono di catene di fornitura complesse e ramificate a livello globale ed è stato discusso nel convegno “Sustain the future. Sustainability and Traceability in Fashion & Luxury”, promosso da Tesisquare dello scorso 14 marzo. Di fronte ad una platea di professionisti, si sono alternati gli interventi di Emilio Cogliati, Principal director-fashion & Luxury industry Accenture, Camillo Zana, Founder Normatec, Gianluca Giaccardi, Chief Product Officer Tesisquare e Alberto Proverbio, Senior Advisor Tesisquare, Margherita Pero, Full Professor of Operations and Supply Chain Management del Politecnico Milano mentre la tavola reotonda ha visto la presenza di brand internazionali come Bulgari Profumi, Tod’s e Prada Group che hanno raccontato le loro case history.
La sfida, non solo per il settore fashion ma per tutte le aziende, sarà quella di gestire in modo sempre più trasparente e dettagliato, una mole di dati che si renderanno necessari ai fini della rendicontazione, della trasparenza lungo tutta la supply chain e del passaporto digitale che seguirà l’intero ciclo di vita dei prodotti.
Secondo Alberto Proverbio, la necessità di tracciabilità si estende lungo l’intera filiera, dal processo di sourcing e selezione dei fornitori fino al post vendita. In questo contesto è fondamentale, sottolinea Proverbio, non solo conoscere i propri fornitori diretti, ma anche i fornitori dei fornitori, per garantire una catena di approvvigionamento trasparente e responsabile.
Nei processi produttivi, la normativa Esg richiede un collegamento diretto tra i lotti di materie prime e i prodotti finiti, garantendo la tracciabilità e la conformità agli standard ambientali e sociali. Anche nei processi di post vendita, le normative puntano all’allungamento del ciclo di vita dei prodotti e alla gestione sostenibile dei rifiuti, promuovendo un approccio circolare all’economia. Tracciabilità e passaporto digitale offrono benefici tangibili alle aziende, riducendo il rischio operativo e proteggendo e valorizzando il brand. Inoltre, le aziende che adottano pratiche sostenibili possono godere di un vantaggio competitivo, attrarre i consumatori attenti all’ambiente e creare valore a lungo termine per gli stakeholder.
Oltre al passaporto digitale, altre normative come la due diligence, già adottata introdotta in Germania – la Lieferkettensorgfaltspflichtengesetz è stata approvata a giugno 2022 ed è entrata in vigore il primo gennaio 2023 per le aziende tedesche con almeno 3.000 dipendenti – e destinata a essere adottata a livello europeo, impongono una maggiore responsabilità sulla catena di fornitura. Questo approccio multilivello richiede che le aziende stabiliscano criteri e logiche per valutare e monitorare l’approvvigionamento delle materie prime, garantendo la conformità agli standard Esg. L’impatto delle tematiche della sostenibilità e delle normative Esg sui modelli di supply chain è dunque innegabile e in continua evoluzione. Le aziende devono adottare un approccio olistico e proattivo, investendo in tecnologie digitali e collaborando con l’intero ecosistema per garantire una catena di approvvigionamento trasparente e responsabile. Solo così potranno cogliere le opportunità di crescita e creare valore a lungo termine per tutti gli stakeholder coinvolti.
Fontee: pambianconews.com